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LE ORIGINI E LO SVILUPPO DEI SITI PORTUALI DELLA LAGUNA VENETA

La storia della navigazione all'interno della laguna veneta costituisce una delle pagine più affascinanti per gli studiosi che ricercano, attraverso il tempo, le origini di quella civiltà che creò, in un luogo così originale, una delle più belle città del mondo.
Non temiamo di esagerare, parlando di civiltà, se consideriamo i milioni di visitatori, delle più diverse culture ed etnie, che visitano Venezia e la osservano attoniti e rapiti, timorosi e affascinanti come si trovassero al cospetto del "monolite" nell'indimenticabile sequenza cinematografica di Kubrick (2001 - Odissea nello spazio).
Di questa civiltà gli storici e gli archeologi stanno recuperando e studiando ogni più antico reperto per ricostruirne l'itinerario attraverso il tempo.
Si tratta di un'impresa oltremodo complessa poichè condotta su un territorio soggetto, per sua natura, a molteplici modificazionisia di carattere antropico che naturale.
Itinerari e percorsi, insediamenti ed attività umane, sono stati cancellati da queste modificazioni avvenute attraverso i secoli.
Intere zone della laguna nord, ad esempio, erano abtate da migliaia di persone che vivevano attorno a siti portuali di primaria importanza fin dall'epoca romana e, prima ancora, etrusca e paleoveneta.
Esistevano grandi moli per l'attracco delle navi, magazzini e vaste aree per la conservazione delle merci.
Accanto a queste attività commerciali si sviluppava l'allevamento del bestiame e quello dei cavalli veneti in particolare.
Di tutto ciò oggi non resta altro che le silenziose distese verdi delle grndi barene lagunari.
Altri itinerari ed altri percorsi si sono sviluppati ed al centro di essi fu costruita la città anfibia che, sorta nell'epoca della barbarie, rischia di morire nell'epoca della civiltà.



3200 anni fa, navigatori provenienti dal mare Egeo (Micenei) presero contatto con le popolazioni lagunari venete.
Da allora la laguna con le sue isole e i suoi approdi sicuri, costituì un punto fondamentale di collegamento tra civiltà e culture diverse.
Le navi che approdavano a Classe (Ravenna) proseguivano la loro navigaazione verso Spina, Adria, Altino, Aquileia lungo percorsi interni di cui la laguna veneta rappresentava l'arteria pricipale.
Particolare della Fossa Augusta, primo tratto di quel percorso interlagunare che univa il porto di Classe ad Aquileia



Tuttavia, anche in epoca romana, l'accesso delle navi all'interno della laguna poteva avvenire provenendo direttamente dal mare.
Le principali vie di transito tra mare e laguna erano costituite dalle molteplici bocche naturali (foci) dei fiumi che solcavano l'antico territorio lagunare.
Nella laguna di Malamocco, ad esempio, Stabone, nel I° secolo a. C. attesta la presenza di un grande porto da cui, attraverso il fiume Medoaco, era possibile raggiungere Padova: "...Si risale dal mare alla città (Padova n.d.r.) lungo un fiume che partendo da un grande porto scorre attraverso le paludi per 250 stadi: il porto si chiama Medoaco ed è omonimo al fiume".



Dopo la caduta dell'Impero Romano e per tutti i secoli bui del Medio Evo, la grande arteria di navigazione interna da Ravenna ad Aquileia cadde in disuso e venne abbandonata.

Probabile sito del porto di Medoaco presso l'ottagono abbandonato in vicinanza di Malamocco. (Figura 3)

L'innalzamento del livello medio del mare, che in epoca romana era di ben due metri inferiore all'attuale, contribuì, oltre a tutte le vicende storiche, all'abbandono dei tradizionali siti portuali e abitativi da parte di intere popolazioni lagunari.



La polazione della laguna Nord e di Malamocco verso la nuova realtà economica e politica che si stava insediando a Rivoalto. Il nuovo insediamento stava sorgendo su un gruppo di isole dette appunto "rivoaltine", esso divenne in seguito la Civitas Venetiarum ed infine Venezia.

Antichi insediamenti portuali all'interno della laguna veneta.


I principali siti portuali erano rappresentati da:

A
Porto Medeaco (Malamocco) già descritto da Strabone nel 1° sec. a. C. a cui si poteva accedere sia attraverso la Fossa Popilia utilizzando la via di navigazione endolitoranea, sia direttamente dal mare, attraverso una delle foci del fiume Medoaco. Da qui le navi potevano proseguire verso Patavium (Padova) oppure verso Altinum (Altino) e Aquileia.
B
Il grande "Emporio dei Torcelliani" ubicato nell'area settentrionale della laguna che comprendeva Torcello, Mazzorbo, Ammiana, Costanziaco ed i centri di Lio Piccolo e Lio Maggiore. Ad esso si poteva accedere per la via endolagunare lasciando a sinistra le isole disabitate di Rivoalto oppure direttamente dal mare, attraverso una antica foce fluviale nei pressi degli odierni Tre Porti. Da qui la navigazione poteva proseguire sia verso Altino che verso Aquileia nella direttrice Lio Piccolo - Lio Maggiore - Torre de Plave - Equilo (antica Jesolo).
C
Altino, grande centro romano situato ai margini della laguna nord. Dopo la costruzione della via Flaminia Annia esso poteva essere raggiunto da Padova anche per la via terrestre.
D
Il porto di Clodia (Chioggia) punto di transito dell'imponente traffico endolitoraneo proveniente da Ravenna. Da qui la navigazione poteva proseguire verso il porto Medoaco, verso Torcello e Altino e verso Aquileia attraverso canali e fosse scavate appositamente dall'uomo.
Nel VII° sec. d. Cr. gran parte della popolazioni provenienti dalla distrutta città di Altino, si concentrarono attorno all'area Torcelliana dando inizio allo sviluppo economico delle così dette "Contrade".
La successiva crisi ambientale dovuta alla trasgressione marina prodottasi nei primi secoli del nuovo millennio, spinse definitivamente quelle popolazioni verso il nuovo centro commerciale, economico, politico e religioso che si andava affermando sulle isole Rivoaltine.

Esempio di ampliamento lacustre per effetto della trasgressione marina e della subsidenza locale (Valle di Dragojesolo) (S. Pignatti, 1966)


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