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LO SPOSTAMENTO VERSO OVEST DEL CENTRO PORTUALE VENEZIANO

L'allacciamento di Venezia alla rete ferroviaria "Ferdinandea" per mezzo del ponte trans-lagunare (1846) determinò, assieme alla sistemazione del porto di Malamocco, una ripresa dei traffici commerciali. Anche il Canale di Santo Spirito - o di Grande Navigazione - venne allargato e dragato (1871) portandolo a - 8 mt. per adeguarlo ai fondali della bocca di Malamocco.
Nel 1866 il Veneto e Venezia passano sotto il governo del Regno d'Italia di Vittorio Emanuele II°. L'ammodernamento del porto acquista ritmi sempre più intensi sotto la pressione di nuove esigenze commerciali determinate dall'apertura del Canale di Suez (1869). La fine della navigazione a vela e l'introduzione del vapore come principale fonte di energia per la propulsione determinarono una vera rivoluzione nella tipologia e dimensioni della navi mercantili e militari.
Lo sviluppo dei traffici commerciali legato ai cambiamenti che caratterizzarono la fine del 1800 esigeva, per quanto riguarda Venezia, un notevole ampliamento dello spazio portuale per consentire l'attracco delle grosse navi e lo scarico ed il trasporto delle merci per via ferroviaria. Il nuovo centro commerciale si sviluppò sulle sacche della zona di Santa Chiara, adiacenti al terminale ferroviario, quindi tra il 1869 ed il 1880, nella zona compresa tra Santa Chiara e il Campo di Marte.
Qui vennero eseguiti, dalle ferrovie dell'Alta Italia, i lavori di costruzione della "Stazione Marittima" di Venezia.
Questo schema portuale (Malamocco - Venezia - Marittima) perdurò fino al termine della I Guerra Mondiale allorché si concluse la sistemazione delle foci di San Nicolò, Sant'Erasmo e Tre Porti.

SISTEMAZIONE DEL PORTO DI LIDO
Nel 1872 il Genio Civile propose, per iniziativa di due suoi ingegneri: Tommaso Mati e Antonio Contin, di ripetere per la bocca di Lido quanto era stato fatto per quella di Malamocco e cioè di incanalare le acque della foce tra due dighe foranee. Il progetto prevedeva l'unione in un unica bocca portuale delle tre foci esistenti: San Nicolò, Sant'Erasmo e Tre Porti. Forti opposizioni e nuove proposte ritardarono di un decennio l'inizio dei lavori che presero il via nel 1892 e furono portati a termine nel 1907.
Anche in questa occasione si ebbero ottimi risultati dal punto di vista effossorio poiché alla "barra" dove ormai il fondale si era ridotto a poco più di due metri, si trovò in breve un fondale di - 6,50 mt. Non si poterono ottenere maggiori profondità poiché alla quota di - 8 mt. erano presenti vasti fondali carantosi che la corrente di marea non riusciva da sola ad asportare. Fu quindi subito intrapreso (1907) un dragaggio meccanico che consentì di portare il fondale a - 10 mt. Negli anni '30, onde consentire il transito delle petroliere dirette a Porto Marghera ed il passaggio dei grandi transatlantici, il fondale fu ulteriormente approfondito a - 11 mt. e a questa quota viene tuttora mantenuto.

NASCITA DI PORTO MARGHERA
Nel 1904 una Commissione Governativa approntava un piano per la realizzazione di nuovi impianti portuali sugli estremi limiti della Laguna di Venezia, verso Mestre. L' Ing. Cap. Petit (veneziano) proponeva un progetto di sviluppo industriale nell'area barenicola del Bottenigo a Sud-Est della stazione ferroviaria di Mestre, sul limitare della laguna. Il progetto Petit comprendeva oltre alla costruzione di un nuovo porto per il traffico delle rinfuse, anche lo scavo di un canale di grande navigazione che collegasse le nuove banchine al Canale della Giudecca. La PRIMA ZONA INDUSTRIALE nasce nel 1913 e viene completata alla fine della I Guerra Mondiale.
Nel 1919 prendeva il via lo scavo del Canale Vittorio Emanuele III° che congiungeva la Marittima alla nuova Zona Portuale di Marghera. La PRIMA ZONA INDUSTRIALE conobbe subito una fase di grande sviluppo, tanto che già nel 1925 il nuovo Piano Regolatore aggiungeva alla prima un'altra zona di circa 1000 ettari che sarebbe più tardi stata indicata come la SECONDA ZONA INDUSTRIALE.

SISTEMAZIONE DELLA BOCCA DI PORTO DI CHIOGGIA
Visti gli ottimi risultati ottenuti con la sistemazione delle bocche di porto di Malamocco e di San Nicolò di Lido, i tecnici furono incoraggiati a procedere in maniera analoga a Chioggia. Nel 1912 venne approvato il progetto dell'Ing. Capo del Genio Civile Erminio CUCCHINI.
I lavori, interrotti durante la prima guerra mondiale, terminarono nel 1921. Il fondale raggiunse in breve tempo - 7,50 mt. Nel 1936 viene completata la Riva dell'Impero (in seguito Riva dei Sette Martiri) che permetteva l'attracco di grandi navi passeggeri nel centro storico di Venezia. L' entrata di Malamocco cadeva lentamente in disuso soprattutto per gli scarsi fondali del Canale di Santo Spirito che, scavato in una zona di partiacque, tendeva continuamente ad insabbiarsi per erosione delle sponde e in assenza di veloci correnti di marea.
Dopo circa 400 anni riprendeva vita ed importanza il porto di San Nicolò di Lido attraverso il quale ripresero a transitare le grandi navi dirette in Marittima e le petroliere dirette a Porto Marghera. Il Piano Regolatore del 1953 e la successiva variante approvata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 1956 prevedevano, per la prima volta, come via di accesso al porto industriale la bocca di Malamocco alle nuove zone commerciali ed industriali di Porto Marghera.
Negli anni compresi tra il 1960 ed il 1964, la II ZONA INDUSTRIALE venne allestita nelle sue strutture essenziali, ma la sua rapida saturazione pose nuovamente il problema di una ulteriore espansione dell'area portuale. La nuova venne individuata sulle aree demaniali a sud del naviglio del Brenta (Fusina). Il piano regolatore della III ZONA INDUSTRIALE fu approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici nel 1965. I fanghi provenienti dallo scavo del canale dei petroli (1968) vennero utilizzati per la creazione delle così dette "Casse di Colmata" (A-B / C-D / E) sulle quali avrebbe dovuto sorgere la III ZONA INDUSTRIALE e che sottrassero alla laguna 1200 ettari di terreno barenicolo "vivo".
Situazione del porto commerciale ed industriale di Venezia nel 1970 con le progettate aree di espansione della III ZONA INDUSTRIALE e i tracciati delle auspicate idrovie per Padova - Treviso - Trieste.


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